Recensione di Marco Pacifico
Presentandosi nella sua terza edizione, il testo “Military Psychology: Clinical and Operational Applications”, nato dalla collaborazione tra l’autrice e neuropsicologa Carrie H. Kennedy ed il professor Eric A. Zillmer, tratta una branca particolarmente forte della psicologia: quella relativa ai contesti militari.
Su di un’impalcatura di quindici capitoli, gli autori hanno analizzato i vari aspetti della psicologia militare, offrendone nel primo capitolo una rassegna storica e proseguendo poi nei capitoli successivi snocciolandone i temi più rilevanti, incentrati sulla crucialità del benessere mentale dell’esercito.
Muovendosi su quest’ultimo, fondamentale principio, Kennedy e Zillmer hanno proposto una panoramica sfaccettata e completa dei trattamenti utilizzati in relazione alla più ampia casistica di disturbi che possono colpire uomini al fronte e veterani di guerra: ansia, depressione, abuso di sostanze, gambling, disturbo post-traumatico da stress. Ed è proprio lo stress ad assumere particolare rilevanza nel libro, tanto da costituire un intero capitolo, nel quale vengono presentate ed analizzate le varie possibilità di reazione del personale militare in risposta ad esso.
Al di là dell’ottica del trattamento, il testo propone anche prospettive sulla prevenzione (con uno specifico riferimento al suicidio) e, in particolare, sulla valutazione di idoneità e successiva selezione del personale deputato al servizio militare, del quale vengono individuate ed esposte le competenze chiave necessarie.
Completando il quadro, gli autori hanno anche illustrato procedure e linee guida della vita militare, con particolare riferimento all’acquisizione di abilità essenziali da mettere in campo in situazioni di prigionia.
Forte di questa panoramica così ampia e completa, il professionista che leggerà questo libro troverà spunti di rilievo che gli consentiranno di approfondire e potenziare le proprie competenze professionali.
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